CARLO E NELLO ROSSELLI
Tratto da
Carlo Rosselli - biografia a cura di V.Mosca e C. Ceresa
Nello Rosselli - biografia a cura di V.Mosca e C. Ceresa
per conto della Fondazione Rosselli
«Carlo - all'anagrafe Carlo Alberto - nasce a Roma il 16 novembre 1899 […]», «Nello - all'anagrafe Sabatino Enrico - nasce a Roma il 29 novembre 1900[…]». Figli di Joe e di Amelia Pincherle, crescono « in una famiglia ebrea di salda tradizione liberale, che sin dal Risorgimento aveva consacrato gran parte di sé agli ideali di libertà e solidarietà sociale […]». L'ambiente, gli ideali e l'acceso clima interventista vissuti in casa li conducono da giovanissimi ad avvicinarsi attivamente alla politica.
Carlo «vive un iter formativo poco lineare. La sua formazione scolastica viene condizionata sia da problemi di salute durante l'adolescenza, sia dalla cesura della guerra […]» una flebite, lo obbliga all'immobilità per un lungo periodo e lo costringe a interrompere gli studi ginnasiali per iscriversi al meno impegnativo Istituto tecnico».
Nel gennaio 1917 i fratelli Rosselli fondano a Firenze il giornale per studenti "Noi giovani", sul quale Carlo e Nello scrivono rispettivamente con gli pseudonimo di Civis e Juvenis.
Nell'estate del 1917 Carlo si arruola e viene chiamato alle armi il 13 giugno; mentre Nello nell’ottobre dello stesso anno «consegue la maturità classica e, dopo un primo approccio alla Facoltà di Giurisprudenza di Pisa, cambia indirizzo e si iscrive nell'ateneo fiorentino (allora Regio Istituto di studi superiori di Firenze), dove segue i corsi della Sezione di filosofia e filologia e incontra Gaetano Salvemini», professore di Storia moderna presso l'Ateneo fiorentino,«che diverrà figura di riferimento culturale e politico». Arruolatosi come soldato di artiglieria, il 20 aprile 1918, ritorna a Firenze un anno dopo e riprende gli studi interrotti; sarà congedato definitivamente il 1° novembre 1919.
Carlo ottiene il congedo definitivo il 18 febbraio 1920. «Tornato alla vita civile riprende gli studi e a maggio del 1920 consegue la licenza liceale; pur continuando gli studi di economia presso l'Istituto superiore di Scienze sociali Cesare Alfieri di Firenze, a novembre si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Ferrara per poi trasferirsi a quella di Siena».
Nella primavera dello stesso anno a Nello viene proposta da Salvemini una tesi sull'ultimo periodo di Mazzini tra il 1860 e il 1872 e il primo movimento operaio; è l’inizio di un rapporto di amicizia e stima che coinvolgerà anche il fratello Carlo. «A dicembre iniziano gli incontri organizzati a casa di Alfredo Niccoli insieme ad altri intellettuali tra cui Nello Niccoli, Ernesto Rossi, Piero Calamandrei, Piero Jahier; il gruppo si costituirà nel Circolo di Cultura che espressamente non si definisce con precisi confini politici, ma che anzi sostiene e favorisce il dibattito e la discussione delle più varie correnti di pensiero; ospiti "relatori" sono Gaetano Salvemini, Riccardo Della Volta, Ludovico Limentani, Arrigo Serpieri, Alessandro Levi. Il Circolo di Cultura - trasferitosi nel 1923 nei locali di Borgo Santi Apostoli 27 con il sostegno economico» di Carlo «che potrà attingere alle rendite delle azioni dello Stabilimento minerario del Siele provenienti dall'eredità del padre - si orienterà su posizioni esplicitamente antifasciste; il 31 dicembre del 1924 verrà devastato dai fascisti e chiuso il 5 gennaio 1925 dal Prefetto di Firenze "per motivi di ordine pubblico".
Nel gennaio 1921 Carlo partecipa al XVII Congresso socialista di Livorno. Il 4 luglio 1921 si laurea in Scienze politiche presso l'Istituto Cesare Alfieri, con il professor Riccardo Dalla Volta, sostenendo la tesi Il Sindacalismo. Inizia la collaborazione con la rivista socialista di Filippo Turati "Critica sociale"[…].
In occasione del XIX Congresso del PSI del 1 ottobre 1922 in cui la corrente dei riformisti, guidata da Turati, Treves e Matteotti è espulsa, (Carlo) Rosselli si schiera con i fuoriusciti che fondano il Partito socialista unitario (PSU), il cui organo di stampa è "La Giustizia".
Nel dicembre dello stesso anno si reca per un breve periodo a Torino dove conosce Piero Gobetti, Luigi Einaudi, Pasquale Jannacone e Achille Loria ; è nuovamente a Torino nel febbraio 1923 dove grazie ai Lombroso conosce Gaetano Mosca e ne segue le lezioni all'Università. Inizia anche a collaborare con la rivista "La Rivoluzione Liberale" […]».
«Il 21 marzo 1923 (Nello) Rosselli si laurea all'Università di Pisa con Salvemini sostenendo la tesi Mazzini e il movimento operaio in Italia dal 1861 al 1872 ; lo scritto rielaborato viene pubblicato l'anno seguente nella "Nuova Rivista Storica" con il titolo "La prima Internazionale e la crisi del mazzinianesimo" subito seguito da un altro saggio "Origini del movimento liberale in Italia", in "La rivoluzione liberale"».
Il 9 luglio 1923, è Carlo a laurearsi «in Giurisprudenza presso l'Università di Siena, discutendo la tesi Prime linee di una teoria economica dei sindacati operai. Recatosi a Genova dopo la laurea, conosce, tramite Salvemini, Attilio Cabiati, professore di Economia politica presso l'Università di Genova, grazie al quale ottiene il posto di assistente di Economia politica all'Università Bocconi di Milano per l'anno accademico 1923-1924. […] Da luglio a ottobre 1923 è in Inghilterra dove frequenta la London School of Economics e la Fabian Society e approfondisce gli studi affrontati nella tesi di laurea; conosce tra gli altri Sidney James Webb e la moglie Beatrice, George Douglas Howard Cole (teorici socialisti non marxisti), Richard Henry Tawney (fondatore degli studi inglesi di storia e storiografia economica). Il contatto con gli ambienti politici inglesi, liberali e laburisti, porta Carlo a sviluppare l'idea di un Socialismo non marxista e non classista, che tratterà diffusamente sulla rivista "Critica Sociale". […] Tornato dall'Inghilterra si stabilisce a Milano, dove inizia la carriera universitaria. Il nuovo incarico lo avvicina ancor più agli ambienti del socialismo riformista e a diversi uomini politici tra cui Turati, Treves, Modigliani e Matteotti. Incaricato dal PSU e dalla CGIL, tiene anche lezioni all'Università proletaria di Milano. Nel corso dell'anno conosce Marion Cave», sua futura moglie.
L’anno dopo (1924), Nello incontra Maria Todesco, che diventerà sua moglie. «A novembre è tra i firmatari del manifesto dell'Unione nazionale delle forze liberali e democratiche di Giovanni Amendola che propugna l'opposizione al regime "in nome dell'esistenza dello Stato legale". Aderiscono all'appello politici, giornalisti, intellettuali e uomini di cultura […]». Carlo in questo periodo «inizia la collaborazione con la rivista "Riforma sociale"[…].
Il delitto Matteotti spinge il gruppo che fa capo a Salvemini a riconoscere che l'unica via per contrastare il fascismo sia ormai al di fuori dei canali istituzionali e nel giugno 1924 si costituisce una sezione fiorentina dell'associazione combattentistica "Italia libera".
A luglio si iscrive al PSU».
«Il 3 novembre dello stesso anno (Nello) interviene al IV Congresso giovanile ebraico di Livorno esprimendo una posizione laica e contraria alle posizioni del sionismo integralista».
Sempre a novembre, Carlo, «appoggiato da Cabiati, è incaricato della docenza di Istituzioni di Economia Politica per l'anno accademico 1924-1925 all'Istituto superiore di Scienze economiche e commerciali di Genova».
Nel gennaio del 1925 esce il primo numero del giornale clandestino "Non mollare", che prende nome da uno slogan lanciato da Nello ed sostenuto finanziariamente dal fratello Carlo e dall’amico Salvemini. Quest’ultimo, a seguito della collaborazione con i Rosselli, a giugno viene arrestato; «dopo l'udienza del 13 luglio gli è concessa la libertà provvisoria ed egli passa una notte in casa Rosselli prima di partire per il suo esilio in Francia; la sua presenza, segnalata da un delatore, provoca la reazione fascista con la devastazione della casa di via Giusti. Il foglio verrà stampato sino alla "strage di San Bartolomeo" di ottobre in cui vengono uccisi gli antifascisti Pilati, Consolo e Becciolini, e perseguitati molti altri, tra i collaboratori del giornale.
Nel marzo Nello è a Berlino dove si ferma sino all'estate svolgendo ricerche presso l'Archivio del Partito socialdemocratico per approfondire il suo lavoro sul movimento operaio; intanto inizia lo studio della figura di Carlo Pisacane e si interessa alle lezioni dello storicista berlinese Friedrich Meinecke».
A Carlo «nello stesso anno Cabiati e Ortu Carboni, preside di Facoltà all'Istituto superiore di Scienze economiche e commerciali di Genova, gli rinnovano l'incarico di docente per l'anno accademico 1925-1926 nei corsi di Economia Politica e Storia delle Dottrine Economiche.
Il 27 marzo 1926 esce a Milano il primo numero della rivista "Il Quarto Stato" fondata e diretta da Pietro Nenni e (Carlo) Rosselli (firmavano gli editoriali "Noi")», sulla quale scriverà anche Nello e «che sopravviverà sino all'approvazione delle leggi "per la difesa dello Stato" che portano alla soppressione della stampa antifascista (l'ultimo numero è del 30 ottobre 1926).
Nella primavera del 1926, a Genova, nell'ambito della campagna contro gli insegnanti ostili al regime, inizia una persecuzione nei confronti di (Carlo) Rosselli, per ottenerne l'allontanamento dall'Ateneo genovese; il 28 aprile per ordine della segreteria del fascio genovese Carlo subisce un'aggressione da parte degli squadristi Vittorio Poggi, Nino Rocca e Gioele Italiani; il 4 maggio il giornale "Il Littorio" pubblica una lettera aperta contro Carlo, che a luglio decide di lasciare l'insegnamento.
Il 24 luglio a Genova sposa Marion Cave e in ottobre si trasferisce a Milano, in via Borghetto 5.
Durante il congresso del PSLI, che si riunisce clandestinamente a Milano il 21 e il 22 ottobre 1926, (Carlo) Rosselli, Giuseppe Saragat e Claudio Treves sono confermati alla dirigenza del partito.
Dal novembre 1926 il gruppo socialista di Milano inizia a organizzare l'espatrio clandestino degli oppositori al regime. (Carlo) Rosselli, con Riccardo Bauer e Ferruccio Parri, coordina e prepara tra le altre anche la fuga di Giuseppe Saragat, Claudio Treves e Pietro Nenni, in novembre, e di Alessandro Pertini e Giuseppe Turati in dicembre. […] la mattina del 14, sono arrestati e condotti al carcere del forte di Massa e quindi nel carcere di Carrara. Carlo è in seguito trasferito nel carcere di Como - con Riccardo Bauer, Carlo Silvestri e Giovanni Ansaldo - dove rimarrà sino al maggio 1927. Il 15 dicembre 1926 la Commissione provinciale di Milano delibera il provvedimento di confino per 5 anni nei suoi confronti».
«Il 22 dicembre 1926 Nello sposa Maria Todesco.»
Nel 1927 (Nello) Rosselli, presentando il lavoro su Mazzini e Bakunin - pubblicato quello stesso anno con il titolo Mazzini e Bakounine: dodici anni di movimento operaio in Italia (1860-1872) per i tipi Fratelli Bocca, Torino - vince la borsa di studio della Scuola di storia moderna e contemporanea diretta da Gioacchino Volpe, costituita nell'ambito del Comitato nazionale per la storia del Risorgimento presieduto da Paolo Borselli […]. Il nuovo impegno indirizza (Nello) Rosselli allo studio delle relazioni diplomatiche fra Italia e Inghilterra durante il Risorgimento; il frutto delle sue ricerche che lo occupano per diversi anni sarà pubblicato postumo solo nel 1954 (Inghilterra e Regno di Sardegna dal 1815 al 1847, a cura di Paolo Treves, introduzione di Walter Maturi, Einaudi, Torino 1954). In quanto "individuo pericoloso all'ordine nazionale dello Stato" il 1 giugno 1927 è arrestato a Firenze e condotto alle carceri delle Murate; il 3 giugno è condannato a 5 anni di confino da scontarsi nell'isola di Ustica;[…]» dove non viene inviato immediatamente. Nel mese della condanna di Nello, è Carlo ad iniziare «la sua priginia a Ustica insieme a Parri e Bauer. […] Durante la permanenza a Ustica è formalmente accusato di complicità nella fuga di Turati […]». Nello nel frattempo, dopo aver passato tutto il mese di giugno nelle carceri fiorentine, sosta un giorno nel carcere di Palermo e giunge ad Ustica il 4 luglio. Carlo per l’imputazione che lo riguarda, verrà trasferito a Savona per il processo, che inizia il 9 settembre. Ne assume «la difesa l'avvocato Erizzo di Genova il cui dibattimento, fondato sulle idee di giustizia e libertà, trasforma il processo in una pubblica accusa al regime e conduce al riconoscimento di una "motivazione morale" per la fuga di Turati indirizzando la giuria verso un risultato più "mite" del previsto. Il 13 viene pronunciata la sentenza: Carlo è condannato a 10 mesi di arresto per contravvenzione alle leggi di pubblica sicurezza; dovrà scontare ancora 40 giorni di carcere e quindi i 5 anni di confino a Lipari, comminati dalla Commissione di Polizia.
Carlo a fine dicembre arriva a Lipari; durante il confino scrive Socialismo liberale che sarà pubblicato a Parigi nel 1930. L'8 gennaio 1928 è raggiunto a Lipari dalla moglie Marion con il figlio John; la madre proveniente da Ustica, dov'è confinato l'altro figlio Nello, si unirà a loro intorno al 18.
Iniziano i tentativi di fuga da Lipari: […] solo il 27 luglio, con Francesco Fausto Nitti e Emilio Lussu, (Carlo) riesce a fuggire diretto in Francia a bordo di un motoscafo guidato da Italo Oxilia». L'impresa, consente a Carlo di raggiungere Parigi il 1 agosto.
Già nell'agosto nasce a Parigi il movimento Giustizia e Libertà per iniziativa di (Carlo) Rosselli e di altri fuoriusciti […]».
«Nel 1929 (Nello) Rosselli e la cognata sono arrestati nei rispettivi luoghi di villeggiatura, Courmayeur e Fiuggi, con l'accusa di complicità nella fuga […]». La moglie di Carlo, grazie alle campagne di protesta organizzate dagli esuli a Parigi e tramite la testata inglese "Daily News", viene liberata per ordine di Mussolini e può raggiungere il marito a Parigi.
Nello invece «è incarcerato a Frosinone e condannato al confino; sarà inviato a Ustica e dal 27 agosto a Ponza; il 18 ottobre gli viene accordata licenza di tornare a Firenze presso la moglie che deve partorire; il 5 novembre viene "liberato per atto di clemenza del duce"».
Sempre a novembre «esce il primo numero del bollettino mensile "Giustizia e Libertà, movimento rivoluzionario antifascista", con il "Primo programma di Giustizia e Libertà" e l'articolo di (Carlo) Rosselli "Non vinceremo in un giorno, ma vinceremo"».
«Nel giugno 1930 (Nello) parte per Londra, dove in dicembre lo raggiunge anche la moglie Maria, per un soggiorno di un anno; qui si dedica alle ricerche d'archivio per lo studio sulle relazioni diplomatiche tra Italia e Gran Bretagna nel secolo XIX, commissionatogli dall'Istituto storico italiano per l'età moderna e contemporanea.
Nello stesso anno collabora con l'Enciclopedia Italiana diretta da Gioacchino Volpe redigendo la voce dedicata a Michail Bakunin ».
Nello stesso periodo Carlo « a Parigi pubblica Socialisme Libéral. Testo teorico del movimento Giustizia e libertà, era stato scritto a Lipari nel 1928-1929 e portato all'estero dalla moglie Marion. La prima edizione, che Carlo rivede con l'aiuto di Nello […]».
«Il 9 giugno 1931 Nello e Maria Rosselli ritornano in Italia dall'Inghilterra e si stabiliscono nella villa L'Apparita a Bagno a Ripoli».
«A novembre si conclude l'accordo fra Giustizia e libertà e la Concentrazione antifascista: il movimento di Carlo aderendo all'organizzazione rinuncia all'autonomia operativa all'estero ed è riconosciuto come rappresentante della Concentrazione in Italia. […]
A gennaio del 1932 inizia la pubblicazione dei "Quaderni di Giustizia e Libertà" di cui usciranno
dodici numeri dal gennaio 1932 al gennaio 1935. […]
Sempre a giugno (Carlo) Rosselli, Cianca, Lussu, e Tarchiani rispondono con una "Lettera al presidente del Tribunale speciale" in "Giustizia e Libertà" alle accuse di implicazione del movimento di Giustizia e Libertà nell'attentato a Mussolini emerse durante il processo a Angelo Sbardellotto. […]
In occasione del congresso del Partito socialista francese di Parigi del 14 giugno 1933 (Carlo) Rosselli commenta gli orientamenti della nuova formazione dei neo-socialisti dalle pagine di "Giustizia e Libertà"».
«Nell'agosto 1933 (Nello) partecipa al Congresso internazionale di scienze storiche di Cracovia come rappresentante dell'Italia, su designazione del Comitato nazionale di scienze storiche presso il R. Istituto storico italiano ai ministeri degli Affari esteri e dell'Educazione nazionale.
Nell'agosto 1934 soggiorna in Inghilterra proseguendo le sue ricerche storiche». Intanto nel maggio dello stesso anno si registra lo scioglimento della Concentrazione antifascista.
Nello nel 1934 soggiorna in Inghilterra proseguendo le sue ricerche storiche.
«In occasione del primo congresso di Giustizia e Libertà di Parigi dell'11 settembre 1935, sul numero del 20 settembre di "Giustizia e Libertà" viene pubblicato il "Manifesto agli Italiani" (scritto da Rosselli e Umberto Calosso) e l'articolo di (Carlo) Rosselli "Che cosa è stato il convegno di Giustizia e libertà". […]
Nel marzo 1936 fallisce il tentativo di Carlo Zanatta di uccidere (Carlo) Rosselli».
Nello nell'aprile 1936 «partecipa alla riunione della Commissione internazionale della storia dei movimenti sociali e del Comitato internazionale delle scienze storiche, che si svolge a Bucarest; […]»
«A luglio del 1936 inizia la guerra civile spagnola. (Carlo) Rosselli, in vacanza con la famiglia a Morzine (Alta Savoia), torna a Parigi per raccogliere fondi e armi e mobilitare le forze antifasciste in aiuto dei repubblicani spagnoli. […] Il 16 agosto varca nuovamente il confine spagnolo diretto a Barcellona. Con atto costitutivo firmato il 17 agosto da (Carlo) Rosselli, Mario Angeloni, Umberto Calosso e Camillo Berneri, prende vita la "Colonna italiana", formazione di circa centocinquanta antifascisti italiani di ogni fede politica, impiegata sul fronte d'Aragona. Il comando militare della Colonna è affidato ad Angeloni e a (Carlo) Rosselli. Il 28 agosto nella battaglia di Monte Pelato i franchisti vengono respinti ma si registrano molti caduti fra gli italiani, fra i quali Angeloni, mentre (Carlo) Rosselli viene ferito. Dopo un breve rientro a Parigi dal 30 ottobre al 6 novembre per cercare finanziamenti, torna in Spagna e il 13 novembre, nella sua rubrica a Radio Barcellona, lancia il famoso "Oggi in Spagna, domani in Italia!", destinato a diventare la parola d'ordine dei combattenti antifascisti; l'intervento sarà poi pubblicato in "Giustizia e Libertà" del 27 novembre. In seguito alla "vittoria mancata" di Almudévar del 20 novembre, inizia una crisi interna al gruppo che culmina il 16 dicembre quando il leader di Giustizia e libertà viene messo in minoranza dai rappresentanti anarchici della colonna. Il riacutizzarsi di una flebite lo bloccherà per tutto dicembre e lo costringerà a rientrare a Parigi il 7 gennaio 1937.
[…]
Il 17 maggio 1937 (Carlo) Rosselli si reca, insieme alla moglie, in convalescenza a Bagnoles-de-l'Orne, dove il 5 giugno li raggiunge il fratello Nello; lì il 9 giugno Nello e Carlo vengono assassinati dal gruppo filofascista della Cagoule, su mandato del regime italiano; i loro corpi saranno trovati l'11 giugno. Il 19 giugno si celebrano a Parigi i funerali solenni dei fratelli Rosselli, che verranno sepolti al cimitero Père-Lachaise; la cerimonia è seguita con larga partecipazione non solo dai fuoriusciti italiani, ma anche da tutti i partiti e gruppi antifascisti e dalla folla parigina. Il 29 gennaio 1945 inizia il processo per l'assassinio dei fratelli Rosselli presso l'Alta Corte di Roma; Amelia, Marion e Maria Rosselli si costituiscono parte civile e nominano avvocati difensori Piero Calamandrei e Alberto Carocci, e procuratori Alberto Cianca ed Emilio Lussu. A conclusione del processo, il 12 marzo viene pronunciata la sentenza di condanna a morte per Filippo Anfuso, all'ergastolo per il generale Mario Roatta (evaso pochi giorni prima della sentenza) e i colonnelli Emanuele e Navale, a 24 anni di reclusione per Jacomoni e Suvich.
Il 29 aprile 1951, in occasione del ritorno delle salme di Carlo e Nello Rosselli da Parigi a Firenze per essere tumulate nel cimitero di Trespiano, si svoge a Palazzo Vecchio una solenne commemorazione dei due fratelli; Salvemini tiene il discorso commemorativo alla presenza del presidente della Repubblica Luigi Einaudi.