[…] Il 17 giugno 1877 Giosue Carducci, in una lettera alla ben nota sua amatissima amica del cuore Carolina Cristofori Piva scrisse a sua volta: «Quel che mi piace è Pietrasanta: bellissima cittadina, con una piazza unica, una cattedrale da gran città». Non una «unica piazza», ma una «piazza unica». L’aggettivo, qui non ha il senso quantitativo di «una soltanto», ma quello qualitativo, che, a rigor di dizionario, significa «che non ha uguali o simili nel suo genere». Del resto il poeta non poteva non aver visto che la città aveva diverse piazze, da quelle antiche minori alle altre nuove, ampie e ariose, del Prato e di Porta a Pisa con lo sfondo della Rocchetta.
La fama della Piazza Maggiore di Pietrasanta dura tuttora negli ambienti culturali. Lo prova un piccolo aneddoto, di cui non posso dubitare, perché mi fu riferito subito dopo il suo accadimento.
Circa quarantacinque anni fa, all’Università di Firenze, un esame di storia romana per la laurea in lettere si concluse col top dei voti.
Gli esaminatori furono Giovanni Pugliese Carratelli, illustre luminare di quella materia e poi direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, e Nicola Terzaghi, luminare, altrettanto illustre, della letteratura latina, dei cui studi si contendeva il primato con Concetto Marchesi.
I due esaminatori vollero complimentarsi con il giovane, e, mentre gli offrivano la stretta di mano, il Terzaghi gli domandò: «Ma, scusi, lei di dov’è?» - «Di Pietrasanta» - rispose lo studente. «Di Pietrasanta?», rispose il Terzaghi. - «Allora lei è un signore, perché vive in una cittadina, dove c’è una delle più belle piazze d’Italia».
Anche da questo episodio è bene trarre l’ammonimento di conservare la piazza così com’è, e l’auspicio che negli anni Duemila ci siano dei nuovi Pugliese Carratelli e dei nuovi Terzaghi che possano dire ad uno studente pietrasantese: «Lei è un signore, perché la piazza della sua città è una delle più belle d’Italia».
Danilo Orlandi, La Piazza.
Secoli di storia in Piazza Maggiore, estratto da Pietrasanta un centro storico verso il duemila
Tip. Dini – Pietrasanta, 1997.