
Comunicato morte del socio Romano Cosci:
Giovedì sera 5 giugno 2014 è deceduto l'amico e socio Romano Cosci; è deceduto all'Ospedale Versilia all'ingresso del quale fa bella mostra di se, una delle sue opere più belle, e più sofferte perchè come spesso diceva era difficile tradurre in forma scultorea il concetto di amore e di speranza soprattutto per i malati più gravi.
Il Consiglio del Circolo Rosselli perde un componente importante: era determinante nelle decisioni per la sua grande preparazione umanista; mai però è salito in cattedra (e lo avrebbe potuto anche fare) nella scelta, per esempio, dell'artista a cui assegnare il premio Pietrasanta e la Versilia nel mondo, premio che ha come simbolo il suo famoso cavalletto da lavoro del marmista, l'originale del quale, a misura naturale, arricchisce la piazzetta davanti al monumento di Giordano Bruno.
Quando il Consiglio doveva decidere quale scultore premiare non si è mai stancato di ricordarci che "si tratta semplicemente di un omaggio e di un riconoscimento a colui che con le sue opere ha saputo far conoscere non solo il nome di Pietrasanta e della Versilia ma anche la maestria dei suoi artigiani in tutto il mondo".
Per questo curava costantemente per il Circolo il rapporto di collaborazione e di stima reciproca tra artigiani ed artisti. Chi poteva assolvere a questo compito se non colui che si è sempre definito artigiano-artista per rimarcare da dove aveva preso inizio la sua formazione.
La sua cultura era vasta: interveniva in tutte le nostre discussioni; aveva una grande dote: di solito ascoltava; solo in fondo prendeva la parola e senza mai alzare i toni, in forma sommessa ma decisa, come un grillo parlante ci faceva riflettere e insieme riuscivamo a prendere una decisione ponderata.
Romano ci mancherà, ci mancherà l'amico, ci mancherà la sua pungente satira mai sguaiata ne scurrile ne offensiva, tanto meno blasfema; ci mancheranno le sue analisi lucide che avevano il grande pregio di instillare in tutti noi il "dono" del dubbio. Il dubbio non è un difetto: per sincerarsi di quanto affermo basta rivolgere un attimo di riflessione a dove ci ha condotto la nostra società opulenta, materialista e prepotente dominata dal mito delle certezze.
La sua dipartita ci condannera ad una solitudine amara, ad un vuoto impossibile da colmare: Romano sapeva coniugare cuore e mente, volontà ed equilibrio, intelligenza e sentimento.
Continua, caro Romano, a mandarci dalle Valli Celesti, almeno nelle nostre menti e nei nostri cuori, quei bei quadri, quegli schizzi in bianco e nero, che tu, siamo certi, continuerai a creare (siamo convinti che tu da qualche parte ritroverai tuoi pennelli), ricchi di valori, sopratutto ricchi del valore umano che più di tutti hai riprodotto nelle tue opere: l'amore.