A proposito della non adesione del Circolo alla manifestazione "L'Italia che resiste" del 2 Febbraio 2019:
Il Circolo Rosselli non aderisce alla manifestazione “L’Italia che resiste” perché coerente con quanto ha sempre pensato: non sono queste le forme per superare i problemi che affliggono oggigiorno la nostra società.
Prima di tutto occorre aver ben chiaro cosa si intende per immigrazione e cosa s’intende per razzismo: sono due fenomeni di natura diversa per cui hanno cura diversa, anche se arrivano col tempo alla stessa conclusione: odio viscerale contro il diverso.
Il Circolo ribadisce che per correggere certi comportamenti disumani occorre tempo, fermezza e confronto, a volte anche aspro ma continuo e martellante.
Questo metodo il circolo l’ha nel DNA ereditato dal comportamento dei fratelli Carlo e Nello Rosselli.
Costoro avevano come faro del proprio agire l’amore per il prossimo, come fonte d’ispirazione il pensiero mazziniano, come ideologia quella del socialismo liberale, rispettoso sia dei diritti individuali che di quelli della comunità nel suo insieme: pertanto non ci siamo mai rassegnati e non ci rassegneremo alla protervia, alla tracotanza, all’oblio, all’odio, e all’indecenza di chi pretende di prevaricare l’uomo, i suoi diritti e la sua libertà d’azione e di espressione.
Il metodo dei Rosselli era il confronto libero anche con i loro più acerrimi nemici.
Sulla tomba dei Rosselli a Firenze è stato posto un epitaffio di Piero Calamandrei che recita: “Giustizia e libertà. Per questo morirono, per questo vivono”.
Comunque, in qualsiasi modo si pensi, il buon senso deve prevalere: quei 49 poveretti in mare da molti giorni sballottati dalla “politica” da una parte all’altra del Mediterraneo………devono essere portati a terra, poi vedremo il da farsi.
Siamo convinti che il razzismo e l’immigrazione, non si risolvono con manifestazioni suggerite da particolari momenti perché è facile sospettare che tutto venga organizzato per andare fra qualche tempo a ritirare l’incasso dalle urne elettorali come purtroppo la politica ha fatto molto spesso.
L’anti-razzismo come del resto la democrazia si coltiva giornalmente in famiglia, a scuola, nelle istituzioni organizzando dibattiti di confronto. È la goccia che cade ininterrottamente che scava nella coscienza di ciascuna di noi.
Una parte politica specula perché ingigantisce ad arte il problema, gli oppositori con Minniti che parlò sempre bene degli accordi con le autorità libiche, descrivono ora le stesse come una banda di torturatori.
Fu con il governo di Minniti che venne sequestrata per la prima volta la nave di una ONG la “Jugend Rettet” una delle sei su 11 attive in Mediterraneo che non firmarono il codice di condotta proposto dal premier Gentiloni. Ma davvero dobbiamo credere che i migranti sono solo quelli di oggi (insomma quelli di Salvini) mentre quelli di Minniti e Gentiloni venivano in gita?
E Di Battista che dice candidamente in TV “Senza un incidente diplomatico la UE se ne frega”.
È un immane schifo: gli esseri umani sono meno che numeri per tutti, non se ne salva uno.
Tutti, soprattutto coloro che si definiscono I gendarmi della Costituzione, dovrebbero imparare a memoria l'Articolo 3 della stessa:“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Evidentemente però fino ad ora non hanno lavorato come si deve e non hanno raggiunto lo scopo.
E che si sia fatto poco per combattere il fenomeno razziale lo dimostra il fatto che pochi giorni fa c’è stato ancora qualcuno che ha rispolverato e divulgato uno dei simboli del più odioso razzismo: costui siede tranquillo in un seggio del Senato della Repubblica Italiana istituzione che dovrebbe rappresentare il luogo più alto della democrazia, della saggezza e della morale.
Perfino il Capo dello Stato è dovuto intervenire
“La riproposizione di simboli, linguaggi riferimenti pseudo-culturali, di vecchi e screditati falsi documenti, basati su ridicole teorie di cospirazione, sono segni di un passato che non deve in alcuna forma tornare e richiedono la nostra più ferma e decisa reazione”.
Non mi sembra di aver visto molte manifestazioni contro costui che per noi, anche se ha chiesto scusa non è più degno di fregiarsi del titolo di senatore della Repubblica Italiana. Dovrebbe essere espulso dal Senato per indegnità!
Se non si riesce a capire la gravità delle affermazioni di questo signore vuol dire che dobbiamo fare ancora molta strada per far comprendere correttamente l’Art. 3 della nostra Costituzione.
Quindi facciamo meno “girotondi” quando ci fa comodo, meno slogan, meno opere di visibilità vanesia ed interessata ma operiamo quotidianamente senza mai stancarci non per il bene solo di una parte ma per tutta l’umanità.
Facciamo conoscere senza omissioni, tutti, e ribadiamo tutti, i crimini storicamente accertati che alcuni uomini hanno commesso contro altri uomini per avere la speranza che non accadano più.